Capitolo 15 - Modelli Numerici
Abbiamo visto molto presto che le soluzioni analitiche delle equazioni del moto sono difficile o impossibili da risolvere per dei flussi tipici dell'Oceano. Il problema e' dovuto ai termini non-lineari, all'attrito ed alla necessita' di una forma reale del fondo marino e della linea di costa. Abbiamo anche visto come sia difficile descrivere l'Oceano dalle misure. I satelliti possono osservare alcuni processi quasi dovunque ad intervallo di pochi giorni. Ma osservano solo alcuni processi, e soltanto vicino la superfice. Le navi possono misurare molti piu' parametri, ed in profondita', ma le misure sono disperse. Quindi, i modelli numerici forniscono la sola utile visione globale delle correnti oceaniche. Discutiamo ora sull'accuratezza e la validita' dei modelli, tenendo in mente che sebbene sono solo modelli, essi forniscono una visione dell'Oceano realistica e notevolmente dettagliata. 15.1 Introduzione–Alcune Parole di Cautela I modelli numerici delle correnti oceaniche hanno molti vantaggi. Simulano i flussi dei realistici bacini oceanici con dei realistici fondi marini. Includono l'influenza della viscosita' e delle dinamiche non-lineari. Possono anche calcolare i possibili flussi futuri dell'Oceano. Ma la cosa piu' importante, interpolano tra le sparse osservazioni dell'Oceano fornite dalle navi, dai drifter e dai satelliti. I modelli numerici non sono senza problemi.
I modelli non possono dare descrizioni complete dei flussi oceanici anche se le equazioni sono accuratamente integrate. I problemi vengono da varie sorgenti. Le equazioni discrete non sono la stessa cosa
di quelle continue
I calcoli della turbolenza sono difficili I modelli oceanici utilizzati hanno i punti della griglia spaziati da decine a centinaia di kilometri in orizzontale, e da decine a centinaia di metri in verticale. Questo comporta che la turbolenza non puo' essere calcolata direttamente, e che l'influenza della turbolenza deve essere parametrizzata. Holloway (1994) afferma coincisivamente il problema:
Per "gradi di liberta'" Holloway vuole dire tutti i possibili moti: dalle onde piu' piccole e dalla turbolenza alle correnti piu' grandi. Fatemi fare un semplice conto. Sappiamo che l'Oceano e' turbolento con vortici anche di pochi millimetri. Per descrivere completamente l'Oceano abbiamo bisogno di un modello con i punti della griglia spaziati di 1mm apart e passi temporali di circa 1 ms. Il modello poi, deve avere 360° × 180° × (111 km/degree)2 × 1012 (mm/km)2 × 3 km × 106 (mm/km) = 2.4 × 1027 punti di dati per almeno 3km di oceano profondo che copre tutto il globo. Il "global Parallel Ocean Program Model" descritto nella prossima sezione ha 2.2 × 107 punti. Cosi' abbiamo bisogno di 1020 volte piu' punti per descrivere l'Oceano reale. Qusti sono i 1020 gradi di liberta' mancanti. I modelli pratici devono essere piu' semplici dell'Oceano reale.
I programmi numerici hanno errori Molti modelli sono stati verificati e/o validati (Post and Votta, 2005). Quindi, senza adeguate verifiche e validazioni, gli output da modelli numerici non sono credibili. Summario
Ho incluso le parole di avvertimento non per portare il lettore a credere che i modelli sono inutili, ma per accettare gli output "cum grano salis". 15.2 I Modelli Numerici in Oceanografia I modelli numerici sono usati per molti scopi in oceanografia. Per la nostra discussione possiamo divide i modelli in due classi: Modelli meccanicistici sono modelli semplificati usati per lo studio di processi. Poiche' i modelli sono semplificati, l'output e' piu' facile da interpretare di quello dei modelli complessi. Sono stati sviluppati molti tipi differenti di modelli semplificati, che includono i modelli per descrivere le onde planetarie, l'interazione del flusso con le caratteristiche del fondo marino, oppure la risposta dell'Oceano superficiale al vento. Questa e' forse la cosa piu' utile dei modelli, perche' fornisce una visione dei meccanismi fisici che influenzano l'Oceano. Lo sviluppo e l'uso di modelli meccanicistici , e' comunque oltre lo scopo di questo libro. Modelli di Simulazione sono usati per calcolare una realistica circolazione delle regioni oceaniche. I modelli sono spesso molto complessi perche' includono tutti i processi importanti, e l'output e' difficile da interpretare. Il primo modella di simulazione fu sviluppato da Kirk Bryan e Michael Cox al laboratorio di Geophysical Fluid Dynamics a Princeton. Il loro modello (Bryan, 1969) calcolava il flusso in tre dimensioni nell'Ocean usando l'equazione di continuita' e del momento con l'approssimazione idrostatica e di Boussinesq, e una equazione di stato semplificata. Tali modelli sono detti alle equazioni primitive (primitive equation) perche' usano le equazioni del moto molto basilari, o nella forma primitiva. L'equazione di stato permette al modello di calcolare i cambiamenti in densita' dovuti ai flussi di calore e di acqua attraverso la superfice del mare, in tal modo il modello include i processi termodinamici. Il modello di Bryan-Cox usava una forte viscosita' e diffusione orizzontale e verticale per eliminare i vortici turbulenti con un diametro piu' piccolo di circa 500 km, che e' poco piu' di pochi punti della griglia del modello. Aveva una linea di costa complessa, caratteristiche smussate del fondale marino, ed una rigida condizione alla superfice. La rigida superfice era necessaria per eliminare le onde di superfice, come maree e tsunami, che si muovono troppo velocemente per il passo temporale grossolano usato in tutte le simulazioni del processo. La superfice rigida ha, comunque, degli svantaggi. Le isole rallentavano fortemente i calcoli, e le caratteristiche del fondo furono smussate per eliminare i gradienti troppo pronunciati. La prima simulazione del modelo era regionale. Fu subito seguita da un modello globale (Cox, 1975) con una risoluzione orizzontale di 2° e con 12 livelli sulla verticale. Il modello girava ancora troppo lentamente anche sul piu' veloce computer di oggi, ma getto' le basi per i piu' recenti modelli. La grossolana risoluzione spaziale richiedeva grandi valori per la viscosita', e perfino i modelli regionali erano troppo viscosi per avere correnti occidentali realistiche e vortici di mesoscala. Fin da quei tempi, il traguardo e' stato di produrre modelli con risoluzione piu' alta, modellazione piu' realistica dei processi fisici, e schemi numerici migliori. La tecnologia informatica sta cambiando rapidamente, ed i modelli si stanno evolvendo altrettando rapidamente. Gli output dai modelli piu' recenti del Nord Atlantico, che hanno una risoluzione di 0.03°, sembrano molto simili all'Oceano reale. I modelli di altre regioni della Terra mostrano correnti precedentemente sconosciute vicino all'Australia e nell'Atlantico del sud. Modelli di Oceano e Atmosfera usano una spaziatura dei punti di griglia molto differente. Come conseguenza, i modelli oceanici ritardano circa un decennio rispetto a quelli atmosferici ????. I vortici dominanti dell'Oceano sono 1/30 di quelli dell'atmosfera (le tempeste). Ma, le caratteristiche dell'Oceano si evolvono ad un tasso che e' circa 1/30 di quello dell'atmosfera. Cosi' i modelli oceanici che girano un anno, hanno 30 x piu' griglie di punti orizzontali dell'atmosfera, ma hanno 1/30 dei punti di passi temporali. Entrambi hanno lo stesso numero di livelli sulla verticale. Di conseguenza, i modelli oceanici girano 30 volte piu' lenti dei modelli atmosferici della stessa complessita'. 15.3 Modelli di Oceano Globale Molti tipi di modelli globali sono largamenti usati in Oceanografia. Molti hanno i punti del grigliato spaziati di un decimo di grado, che e' sufficiente per risolvere i vortici di mesoscala, come quelli visti nelle Figure 11.10, 11.11, e 15.2, che hanno un diametro piu' grande di due o tre volte la distanza tra i punti della griglia. La risoluzione verticale e' tipicamente intorno ai 30 livelli. I modelli includono:
Molti modelli assimilano i dati dei satelliti e delle boe usando le tecniche descritte nel §15.5. I modelli variano in complessita' da quelli che girano su computer da tavolo ai quelli che richiedono i piu' veloci computer del mondo. Tutti i modelli devono girare per calcolare uno o due decadi di variabilita' prima di essere usati per simulare l'Oceano. Questa prova e' chiamata spin-up. Lo "spin-up" e' necessario perche' le condizioni per la densita', i flussi del momento e del calore attraverso la superfice marina, e le equazioni del moto non sono tutte consistenti. I modelli sono inizializzati a riposo con i valori di densita' degli atlanti di Levitus (1982) e integrati per una decade usando i valori medi annuali dello sforzo del vento, dei flussi di calore, e del flusso di acqua. Il modello puo' essere integrato per molti anni usando i valori mensili dello sforzo del vento, i flussi di calore, ed i flussi di acqua. Il modello di Bryan-Cox porto' allo sviluppo di numerosi modelli che hanno fornito visioni impressionanti della circolazione globale dell'Oceano. Modular Ocean Model ( MOM) dal Geophysical Fluid
Dynamics Laboratory
Il modello usa le equazioni del momento, l'equazione di stato, e le approssimazioni idrostatica e di Boussinesq. I moti a scala di sotto-griglia sono ridotti dall'uso della viscosita' vorticosa La versione 4 del modello ha migliorato gli schemi numerici, una superfice libera, caratteristiche del fondo realistiche, e molti tipi di mescolamento che includono il mescolamento orizzontale lungo le superfici di densita' costante. Inoltre, puo' essere accoppiato a modelli atmosferici. Parallel Ocean Program Model
(POP)
Hybrid Coordinate Ocean Model HYCOM
Il modello HYCOM usa coordinate verticali diverse nelle differenti regioni dell'Oceano, combinando i migliori aspetti del modello a coordinata z ed a coordinata isopicna (Bleck, 2002). Il modello ibrido e' evoluto dal modello Miami Isopycnic-Coordinate Ocean (figura 15.2). E' un modello "primitive-equation" forzato dallo sforzo del vento e dai flussi di calore. Ha uno strato mescolato realistico e schemi di mescolamento orizzontale e vertuicale migliorato che include l'influenza delle onde interne, l'instabilita' dello shear, e la doppia diffusione (vedi §8.5). Il modello scaturisce dal lavoro di collaborazione tra ricercatori di molti laboratori oceanografici.
Regional Oceanic Modelling System
ROMS Modelli Climatici 15.4 Modelli Costieri La forte importanza economica della zona costiera ha portato allo sviluppo di molti modelli numerici differenti per descrivere le correnti, le maree, e le 'acque alte' lungo la costa. I modelli vanno dalla spiaggia alla piattaforma continentale, e possono includere una superfice libera, coste e caratteristiche del fondo realistiche, apporti fluviali, e la forzante atmosferica. Poiche' i modelli non si estendono molto in acque profonde, hanno bisogno di informazioni aggiuntive sulle correnti al largo ed alla scarpata continentale. I modelli costieri sono molto diversi ed hanno molte finalita' differenti, e implementazioni molto differenti. Molti modelli descritti precedentemente, inclusi i MOM e i MICOM, sono stati usati per modellare i processi costieri. Ma molti altri modelli specializzati sono stati sviluppati. Heaps (1987), Lynch et al., (1996), and Haidvogel (1998) forniscono una buona revisione sull'argomento. Piuttosto che passare in rivista tutti i modelli, parleremo di due tipologie di modello. Princeton Ocean Model POM
dove z = h (x, y, t) e' la superfice marina, e z = - H (x, y) e' il fondo. La turbolenza di sub-griglia e' parametrizzata usando uno schema di chiusura proposto da Mellor e Yamada (1982) dove i coefficienti di diffusione vorticosa variano con la misura dei vortici che producono il mescolamento e lo shear del flusso. Il modello e' guidato dallo sforzo del vento e dai flussi di calore e dell'acqua dei modelli metereologici. Il modello usa la geostrofia, la marea, e le correnti di Eckman, conosciute al bordo esterno. Il modello e' stato usato per calcolare la distribuzione tridimensionale della velocita', della salinita', della temperatura, della turbolenza e del livello marino per 30 giorni su una regione di 100-1000 km di lato con una griglia spaziata di 1-50 km. Modello di Dartmouth Gulf of Maine Il modello usa circa 13 000 triangoli per coprire il Golfo del Maine e le acque limitrofe del Nord Atlantico (Figura 15.3). La misura minima degli elementi e' circa un kilometro. Il modedllo ha da 10 a 40 strati orizzontali. La spaziatura verticale degli strati non e' uniforme.Gli strati sono piu' vicini tra loro all cima ed al fondo e sono piu' spaqziati all'interno. La spaziatura minima e' intorno al metro nello strato mescolato del fondo.
Il modello integra le equazioni primitive, in tre dimensioni in acque poco profonde. Il modello ha una equazione di stato semplificata, una equazione di continuita' con profondita' mediata, e usa l'approssimazione idrostatica e quella di Boussinesq. Il mescolamento di sotto griglia del momento, del calore e di massa e' parametrizzato usando lo schema di chiusura della turbolenza di Mellor e Yamada (1982) che da' coefficienti di mescolamento verticale variabili con la stratificazione e lo shear di velocita'. I coefficienti di mescolamento orizzontali sono calcolati secondo Smagorinski (1963). Una viscosita' vorticosa scelta con cura e' usata nello strato limite del fondo. Il modello e' forzato con il vento, il riscaldamento, ed la forzante mareale del mare aperto. Il modello e' inizializzato a riposo per pochi giorni usando un campo di densita' specifico in tutti i punti del grigliato, generalmente da unaq combinazione di dati di CTD e piu' i dati storici. Questo fornisce un campo di velocita' consistente con il campo di densita'. Il modello e' quindi forzato con i venti locali ed i flussi di calore per calcolare l'evoluzione dei campi di densita' e velocita'. Commenti sui Modelli Costieri Hackett et al., (1995) compararono l' abilita' di due dei cinque modelli a descrivere il flusso sulla piattaforma norvegese. Concludendo che:
Modelli di 'Acqua Alta' Questi calcoli non sono facili. Di seguito sono elencate alcune voci, in un vago ordine di importanza.
Per ridurre gli errori, i modelli sono accordati per fornire i risultati che sono compatibili con le condizioni riscontrate nelle tempeste passate. Sfortunatamente, queste condizioni passate non sono ben conosciute. Le variazioni del livello marino e del vento sono raramente registrate accuratamente durante le tempeste eccetto in poche postazioni molto distanti fra loro. Tuttavia le altezze delle 'acque alte' possono variare di piu' di un metro su distanze di decine di kilometri. A dispetto di tutti questi problemi, i modelli forniscono risultati molto utili. Guardiamo ad un modello comunemente usato. Sea, Lake, and Overland Surges Model
(SLOSH) Il modello e' il risultato del lavoro di tutta la vita di Chester Jelesnianski. Nello sviluppo del modello, Jelesnianski e' stato molto attento alla importanza relativa degli errori nel modello. Egli lavoro' per ridurre gli errori piu' grandi e ignoro' quelli piccoli. Ad esempio , la distribuzione dei venti durante un uragano non e' ben conosciuta, cosi' non ha molto senso usare un coefficiente dello sforzo del vento variabile spazialmente. Tuttavia, Jelesnianski uso' un coefficiente dello sforzo costante nell'aria, ed un coefficiente costante dello sforzo vorticoso nell'acqua. SLOSH calcola il livello marino dalle equazioni quasi lineari, in acqua poco profonda, integrate sulla profondita'. In questo modo, ignora la stratificazione. Ignora anche l'apporto fluviale, la pioggia e le maree. L'ultimo punto puo' sembrare strano, ma il modello e' progettato per le previsioni. Il tempo di quando arriva sulla costa non puo' essere predetto con precisione, e quindi l'altezza della marea e' sconosciuto. Le maree possono essere aggiunte al sollevamento calcolato, ma le interazioni non lineari della marea e dell'acqua alta sono ignorate. Il modello e' forzato dai venti idealizzati dell'uragano. Ha solo bisogno della pressione atmosferica al centro della tempesta, la distanza dal centro all'area dei venti massimi, la previsione della traccia della tempesta e della velocita' lungo la traccia. Per prevedere gli uragani che toccano terra vicino ad aree densamente popolate, il modello e' stato adattato per 27 zone dal porto di Boston Massachusetts alla Laguna Madre nel Texas. Il modello usa una maglia polare fissa. La spaziatura delle maglie comincia con una maglia piccola vicino il polo, che e' posiz ionato vicino alla citta' costiera per il quale il modello e' adattato. La griglia si allunga continuamente fino ad una maglia larga ai confini del modello di un grande bacino. Tale griglia fornisce una alta risoluzione nelle baie e vicino la costadove la risoluzione e' piu' necessaria. Usando le profondita' misurate in mare e le elevazioni in terra, il modello permette l'allagamento della terraferma, superando argini e dune, ed un flusso di sub-griglia attraverso i canali tra le isole. I livelli marini calcolati dal modello sono stati comparati con le altezze misurate dai mareografi per 13 tempeste, includendo Betsy (1965), Camile (1969), Donna (1960), e Carla (1961). l'accuratezza risultante e' stata di ± 20%. Advanced Circulation Model ADCIRC
Il modello e' forzato da:
Il modello predisse con successo l'acqua alta dell'uragano Katrina, dando valori di 6.1 m vicino New Orleans. 15.5 Modelli di Assimilazione Molti modelli che abbiamo descritto finora hanno come output la velocita' della corrente o la topografia della superfice marina, che sono pero' vincolate dalle osservazioni oceanografiche delle variabili che i modelli calcolano. Tali modelli sono detti modelli di assimilazione. In questa sezione, consideriamo come i data possono essere assimilati dentro i modelli numerici. Cominciamo con i modelli numerici alle equazioni primitive, che ammettono i vortici per calcolare la posizione della Gulf Stream. Assumiamo che il modello e' forzato con i venti reali di superfice del modello atmosferico ECMWF. Usando il modello, possiamo calcolare la posizione della corrente ed anche la topografia della superfice marina associata alla corrente. Troviamo che la posizione della Gulf Stream comincia ad ondeggiare a largo di Capo Hatteras a causa dell instabilita', e la posizione calcolata dal modello e' solo una delle tante possibili posizioni per la stesso vento forzante. Quale e' la posizione corretta, cioe', qual'e' la posizione della corrente attuale? Sappiamo, dal satellite altimetrico, la posizione della corrente in alcuni punti ad alcuni giorni fa'. Possiamo usare queste informazioni per calcolare la posizione odierna della currente? Come dobbiamo assimilare queste informazioni dentro il modello? Molti approcci differenti sono stati provati (Malanotte-Rizzoli, 1996). Roger Daley (1991) fornisce una descrizione completa di come sono usati i dati nei modelli atmosferici. Andrew Bennet (1992) e Carl Wunsch (1996) descrivono le applicazioni oceaniche. L'assimilazione dei dati dentro i modelli non e' facile.
Varie tecniche sono state usate per vincolare i modelli numerici in oceanografia, forse i piu' pratici sono le tecniche derivate dalla meteorologia.
Vediamo adesso, come il Professore Allan Robinson e colleghi alla Harvard University Hanno usato le tecniche sequenziali di stima per prevedere la posizione della Gulf Stream. Harvard Open-Ocean Model Per quasi-geostrofico voglio dire che il campo del flusso e' chiuso dal bilancio geostrofico. Le equazioni del moto includono i termini dell'accelerazione D /Dt , dove D /Dt e' la derivata totale e t e' il tempo. Il flusso puo' essere stratificato, ma non c'e' cambiamento nella densita' dovuto ai flussi di calore oppure al mescolamento verticale. In questo modo le equazioni quasii-geostrofiche sono piu' semplici delle equazioni primitive, e possono essere integrate molto piu' velocemente. Cushman-Roisin (1994: 204) forniscono una buona descrizione dello sviluppo delle equazioni del moto quasi-geostrofiche. Il modello riproduce le caratteristiche importanti della Gulf Stream e della sua estensione, includendo meandri, vortici a nucleo freddo e caldo, le interazioni dei vortici con la corrente, e le instabilita' barocline. Poiche' il modello e' stato progettato per prevedere la dinamica della Gulf Stream, deve essere vincolato dalle misure oceanografiche:
Il modello e' stato usato per fare con successo previsioni fino ad una settimana della Gulf Stream e della regione (Figura 15.4).
Molti modelli piu' avanzati con risoluzione molto piu' alta sono stati usati per fare previsioni globali delle correnti oceaniche fino ad un mese di anticipo in sostegno dell'esperimento del Global Ocean Data Assimilation Experiment (GODAE) che e' cominciato nel 2003. Lo scopo del GODAE e' di produrre previsioni oceaniche di routine simili alle attuali previsioni del tempo. Navy Layered Ocean Model
Un gruppo di laboratori e agenzie francesi usa un sistema simile di previsioni operative, Mercator, basato sull'assimilazione di misure altimetriche delle altezze della superfice marina, misure satellitari della temperatura superficiale e dei campi di densita' interni all'oceano e correnti a 1000 m da migliaia di sonde alla deriva Argo. Il loro modello ha una risoluzione di 1/15° nell'Atlantico e di 2° globalmente. 15.6 Modelli accoppiati Oceano-Atmosfera I modelli numerici accoppiati dell'atmosfera e dell'oceano sono usati per studiare il sistema climatico, la sua variabilita' naturale, e la risposta alle forzanti esterne. L'uso piu' importante e' stato di studiare come il clima terrestre puo' rispondere al raddoppiamento della quantita' di CO2 nell'atmosfera. Molta della letteratura sul cambiamento climatico e' basata sugli studi che usano tali modelli. Gli altri usi importanti dei modelli accoppiati includono gli studi del El Niño e della circolazione della controcorrente lungo i meridiani. I primi variano su periodi di pochi anni, gli ultimi su periodi di pochi secoli . Lo sviluppo del lavoro e' sempre piu' coordinato attraverso il World Climate Research Program del World Meteorological Organization WCRP/WMO, ed i recenti progressi sono riassunti nel capitolo 8 del Climate Change 2001: The Scientific Basis un rapporto del Intergovernmental Panel on Climate Change (McAvaney, et al, 2001). Molti modelli accoppiati oceano-atmosfera sono stati sviluppati. Alcuni includono soltanto processi fisici nell'oceano, nell'atmosfera e nelle regiono polari coperte dal ghiaccio. Altri aggiungono l'influenza della terraferma e dell'attivita' biologica nell'oceano. Vediamo la componente oceanica di alcuni modelli. Modello del Sistema Climatico Il modello e' stato provato (spin up) ed integrato per 300 anni, i risultati sono realistici, e non c'e' bisogno di un aggiustamento del flusso. (Vedi il numero speciale del Journal of Climate, Giugno 1998). Modello Accoppiato di Princeton Il Modello del Centro di Hadley In contrasto a molti modelli accoppiati, questo e' inizializzato come sistema accoppiato con aggiustamenti dei flussi durante lo spin up per mantenere la temperature e la salinita' della superfice marina vicina ai valori medi osservati. Il modello accoppiato e' successivamente integrato usando i valori di Levitus con le temperature e salinita' di settembre. L'integrazione iniziale va' dal 1850 al 1940. Il modello e' stato poi integrato per altri 1000 anni. Non sono stati necessari aggiustamenti dei flussi nei primi 140 anni di integrazione perche' la deriva della temperatura media globale dell'aria e' stata di ≤ 0.016 K/secolo. Commenti sull'Accuratezza dei Modelli
Accoppiati
Poiche' i modelli devono essere semplificati per girare sugli attuali computer, i modelli devono essere piu' semplici di quelli che simulano la circolazione per pochi anni (WCRP, 1995). Inoltre, imodelli accoppiati devono essere integrati per molti anni prima che l'oceano e l'atmosfera raggiungano un equilibrio. Come l'integrazione procede, il sistema accoppiato tende a derivare lontano dalla realta' a causa di errori nel calcolo dei flussi di calore e del momento tra l'oceano e l'atmosfera. Per esempio, errori molto piccoli nelle precipitazioni oltre il Circolo Polare Aantartico porta a piccole variazioni della corrente, che creano grande variazioni nella convezione profonda nel mare di Weddell, che influenzano pesantemente il volume delle masse di acqua profonde. Alcuni modellisti permettono al sistema di derivare, altri aggiustano la temperatura superficiale ed i flussi calcolati tra oceano e atmosfera. Ritornando agli esempi, il flusso di acqua dolce nella corrente circumpolare potrebbe essere aggiustata mantendo la salinita vicina al valore osservato nella corrente. Non c'e' una base scientifica buona per gli aggiustamenti, eccetto il desiderio di produrre un "buon" modello accoppiato. Quindi, gli aggiustamenti sono "ad hoc" e discutibili. Tali aggiustamenti sono chiamati: aggiustamenti del flusso oppure correzioni del flusso. Fortunatamente, i modelli sono continuamente migliorati, il bisogno degli aggiustamenti o la grandezza dell'aggiustamento sono sempre piu' ridotti. Per esempio, usando lo schema di Gent-McWilliams per il mescolamento lungo le superfici di densita' costante in un modello accoppiato oceano-atmosfera la deriva del clima e' fortemente ridotta perche' lo schema di mescolamento riduce la convezione profonda nella Corrente Circumpolare Antartica ed altrove (Hirst, O'Farrell, e Gordon, 2000). Grassl (2000) elenca le quattro caratteristiche di un modello di circolazione generale accoppiato credibile:
McAvaney et al. (2001) hanno comparato la componente oceanica di ventiquattro modelli accoppiati, includendo quelli con e senza aggiustamento dei flussi. Hanno trovato sostanziali differenze tra i modelli. Ad esempio, solo cinque modelli calcolano una circolazione rovesciata lungo i meridiani entro 10% del valore osservato di 20 Sv. Alcuni hanno valori bassi comi 3 Sv, altri alti come 36 Sv. La maggior parte dei modelli non calcola un trasporto realistico della Corrente Circumpolare Antartica. Grassl (2000), quattro anni piu' tardi, ha trovato che molti modelli, includendo quelli con e senza aggiustamenti dei flussi, aderiscono al primo criterio.Alcuni modelli soddisfano il secondo, ma la forzante solare esterna non e' ancora ben conosciuta e necessita di apltro lavoro. Solo pochi modelli stanno incominciando a riprodurre alcuni aspetti dell'evento caldo di 6,000 anni fa'.
15.7 Concetti Importanti
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Department of Oceanography, Texas A&M University
Robert H. Stewart, stewart@ocean.tamu.edu All contents copyright © 2005 Robert H. Stewart, All rights reserved Updated on November 9, 2007 |