Capitolo 17 - Processi Costieri e Marea
Nell'ultimo Capitolo ho discusso sulle onde alla superfice del mare. Ora possiamo considerare molti casi importanti e speciali: la transformazione delle onde quando arrivano sulla spiaggia e si rompono; le correnti e le onde di bordo generate dall'interazione delle onde con le coste; i maremoti; le 'acque alte' e le maree, specialmente le maree lungo le coste. 17.1 Onde di Costa e Processi Costieri Le velocita' di fase e di gruppo delle onde sono in funzione delle profondita' quando questa e' inferiore ad un quarto della lunghezza d'onda in acque profonde. Il periodo e quindi la frequenza sono invarianti (non cambiano come l'onda si avvicina alla spiaggia); e questo e' usato per calcolare le propieta' delle onde costiere. L'altezza dell'onda aumenta quando la velocita' di gruppo dell'onda rallenta. La lunghezza dell'onda diminuisce. Le onde cambiano direzione a causa della rifrazione. Infine, le onde si rompono se l'acqua e' sufficientemente poco profonda; e le onde rotte portano acqua nella zona di surf, creando correnti lungo la costa ed attraverso. Onde Costiere
dove
e L e' la lunghezza d'onda, c e' la velocita' di fase, α e' l'angolo della cresta relativo alla linea di profondita' constante, e d e' la profondita'. L'indice 0 sottoscritto indica i valori in acque profonde. La quantita' d / L e' calcolata dalla soluzione di
usando una tecnica iterative, o dalla Figura 17.1 oppure dalla tabella A1 di Wiegel (1964).
Poiche' la velocita' delle onde e' una funzione della profondita' in acque poco profonde, le variazioni della profondita' a largo possono focalizzare o defocalizzare l'energia delle onde che raggiungono la riva. Consideriamo il semplice caso di onde con creste da acqua profonda parallele ad una costa dritta con due promontori, che si estendono verso il mare (Figura 17.2). La velocita' di gruppo delle onde e' piu' veloce nelle acque piu' profonde tra i due promontori, e le creste delle onde diventano progressivamente deformate quandol'onda si propaga verso la spiaggia. L'energia dell'onda, che si propaga perpendicolarmente alla cresta dell'onda, e' rifratta nella regione tra i due promontori. Quindi accade, che l'energia dell'onda e' focalizzata sulle punte dei promontori, e la rottura li' e' molto piu' forte di quelle nalla baia. La differenza in altezza d'onda puo' essere sorprendentemente grande. In un giorno calmo, le rotture possono essere alte 60 cm sopra un canion sottomarino alla spiaggia di La Jolla, San Diego California, poco a sud dello Scripps Institution of Oceanography. Allo stesso tempo, le onde poco a nord del canyon possono essere alte abbastanza da attirare i surfisti.
Onde che si rompono
Correnti prodotte dalle Onde
L'acqua scaricata dentro la zona di rottura deve ritornare al largo. Fa' questo prima muovendosi parallela alla spiaggia come una corrente lungo la spiaggia. Poi gira e fluisce verso il largo perpendicolare alla spiaggia in un corrente stretta, veloce la corrente di risucchio. Queste correnti sono di solito distanti centinaia di metri una dall'altra (Figura 17.5). Generalmente c'e' una fascia di acqua piu' profonda tra la zona di rottura e la spiaggia, le correnti lungo la spiaggia corrono in questi canali. La forza di una corrente di risucchio dipende dall'altezza e dalla frequenza delle onde che si rompono, e dalla forza del vento verso la spiaggia. Le correnti di risucchio sono un pericolo per i bagnanti sprovveduti, specialmente i nuotatori meno bravi che sono dentro la zona di rottura, sono portati lungo la spiaggia dalle correnti fino a che sono trascinati improvvisamente al largo dalla corrente di risucchio. Nuotare contro il risucchio e' inutile, ma si puo' scappare nuotando parallelo alla spiaggia.
Onde di Bordo sono prodotte dalla variabilita' dell'energia delle onde che raggiungono la riva. Le onde tendono a muoversi in gruppi, specialmente quando le onde provengono da tempeste lontane. Per molti minuti le onde che si rompono possono essere piu' piccole della media, Poi poche onde grandi si romperanno. Le variazioni nell'altezza delle rotture minuto -per- minuto producono variabilita' di bassa frequenza nelle correnti lungo la costa. Questo, crea un'onda di bassa frequenza attaccata alla spiaggia, un onda di bordo. Le onde hanno periodi di pochi minuti, un lunghezza d'onda di circa un kilometro, ed un'ampiezza che decade esponenzialmente verso il largo (Figura 17.6).
17.2 Maremoto (Tsunami) Gli tsunami sono onde oceaniche di bassa frequenza generate dai terremoti sottomarini. L'improvviso movimento del fondo marino su distanze di un centinaio di kilometri genera onde con un periodo di circa 12 minuti (Figura 17.7). Un veloce conto mostra che oggetti devono essere onde di acqua bassa, che si propagano ad una velocita' di 180 m/s ed hanno una lunghezza d'onda di130 km in acqua profonda 3.6 km (Figura 17.8). Le onde non sono riconoscibili in alto mare, ma quando si avvicinano alla costa, e dopo la rifrazione con oggetti sommersi, possono venire alla spiaggia e alzarsi ad altezze di dieci e piu' metri sopra il livello del mare. In un esempio estremo, Uno tsunami in Alaska il 1 aprile 1946 distrusse il faro di Capo Scotch posto a 31m sopra il livello del mare.
Shepard (1963, Capitolo 4) riassume l'influenza degli tsunami basata sui suoi studi nel Pacifico.
17.3 Acqua Alta (Storm Surge) I venti di tempesta che soffiano sulle piattaforme continentali poco profonde sollevano l'acqua contro la costa. L'aumento del livello marino e' conosciuto come 'acqua alta'. Molti processi sono importanti:
Vedere Jelesnianski (1967, 1970) e §15.5 per la descrizione del modello di storm-surge SPLASH e Mare, Lago, e Overland Surges dal Hurricanes SLOSH usato dal National Hurricane Center e §15.5. Per una prima a approssimazione rozza, il vento che soffia su un acque poco profonde produce una pendenza della superfice marina proporzionale allo sforzo del vento.
dove ζ e' il livello marino, x e' la distanza orizzontale, H e' la profondita' dell'acqua, T0 e' lo sforzo del vento alla superfice del mare, ρ e' la densita' dell'acqua; e g e' l'accelerazione gravitazionale. Se x = 100 km, U = 40 m/s, e H = 20 m, i valori tipici di un uragano al largo della costa del Golfo del Texas, allora ζ = 2.7 Pa, e z = 1. 3 m alla spiaggia. La Figura 17.9 mostra la frequenza delle rimonte in Olanda ed un metodo grafico per stimare la probabilita' di eventi estremi usando la probabilita' di eventi deboli.
17.4 La Teoria della Marea La Marea e' stata cosi' importante per il commercio e la scienza per cosi' tanti migliaia di anni che la marea e' enterata nel nostro linguaggio quotidiano: time and tide wait for no one, the ebb and flow of events, a high-water mark, e turn the tide of battle.
Da almeno di quattromila anni, chi vive a contatto del Mare sa che le maree sono collegate alle fasi lunari. La relazione esatta, comunque, e' nascosta dietro molti fattori complicati, e alcune delle piu' grandi menti scientifiche degli ultimi quattro secoli hanno lavorato per comprndere, calcolare e predire la Marea. Galileo, Descartes, Kepler, Newton, Euler, Bernoulli, Kant, Laplace, Airy, Lord Kelvin, Jeffreys, Munk e molti altri hanno contribuito. Alcuni dei primi computer furono sviluppati per calcolare e prdirre la Marea. Ferrel costrui' una macchina che prevedeva la marea nel 1880 che e' stata usata dalla U. S. Coast and Geodetic Survey per predirre 19 costituenti della marea. Nel 1901, Harris estese la capacita' a 37 constituenti. A dispetto di tutto questo lavoro rimangono domande importanti: Qual'e' l'ampiezza e la fase delle maree in ogni parte dell'oceano e lungo le coste? Qual'e' la velocita' e la direzione delle correnti di Marea? Qual'e' la forma delle maree nell'Oceano? Dove e' dissapata l'energia delle maree? Trovare le risposte a queste domande e' difficile, e le prime mappe globali, accurate delle maree di mare aperto sono state pubblicate solo nel 1994 (LeProvost et al., 1994). Il problema e' difficile perche' le maree sono un auto-gravitante, quasi-risonante, gorgogliare di acqua in un bacino oceanico rotatnte, elastico con dorsali, montagne e bacini sottomarini. Predirre le maree lungo le coste e nei porti e' molto piu' semplice. I dati da un mareografo piu' la teoria delle forze di marea da' una accurata descrizione delle maree intorno al punto di misura. Potenziale di Marea
Se la Terra fosse un pianeta di solo oceano senza terraferma, e se l'oceano fosse molto profondo, i due processi dovrebbero produrre una coppia di rigonfiamenti di acqua sulla Terra, uno sul lato che guarda la Luna, uno sul lato opposto. Una chiara derivazione delle forze e' data da by Pugh (1987) e da Dietrich, Kalle, Krauss, e Siedler (1980). Qui vediamo la discussione in Pugh §3.2.
Per calcolare l'ampiezza e la fase della marea di un pianeta oceanico, cominciamo dal calcolare le forze. Il potential di generazione della marea sulla superfice terrestre e' dovuto al sistema Terra-Luna che ruota intorno al centro comune di massa. Ignoriamo per ora la rotazione rerrestre su se stessa, La rotazione della Luna intorno alla Terra produce un potenziale VM ad ogni punto sulla superfice della Terra
dove la geometria e' schematizzata nella Figura 17.10, g e' la costante gravitazionale, e M e' la massa della Luna. Dal triangolo OPA nella figura,
Usando questo nella (17.5) da'
r/R » 1/60, e (17.7) puo' essere espansa in potenze di r/R usando i polinomi di Legendre (Whittaker e Watson, 1963: §15.1):
Le forze mareali sono calcolate dal gradiente del potentiale, cosi' il primo termine nella (17.8) non produce forza. Il secondo termine produce una forza constante parallela ad OA. Questa forza mantiene la Terra in orbita intorno al centro di massa del sistema Terra-Luna. Il terzo termine produce le maree, assumendo che i termini piu' alti possono essere ignorati. Il potentiale che genera le maree e' quindi:
La forza generante la Marea puo' essere decomposta in componente perpendicolare P e parallela H alla superfice marina. La forza verticale produce cambiamenti molto piccoli nel peso degli oceani. Essa e' molto piccola compareta alla gravita', e puo' essere ignorata. La componente orizzontale e' mostrata in Figura 17.11. Essa e':
dove
Il potenziale di Marea e' simmetrico rispetto alla linea Terra-Luna, e produce rigonfiamenti simmetrici.
Se facciamo ruotare la nostra Terra coperta di oceano, un osservatore nello spazio vede i due rigonfiamenti fissi relativi alla linea Terra-Luna, mentre la Terra ruota. Ad un osservatore sulla Terra, i due rigonfiamenti di marea sembrano ruotare intorno alla Terra perche' la Luna si muove intorno al cielo a circa un giro al giorno. La Luna produce alte maree ogni 12 ore e 25.23 minuti all'equatore se la luna e' sopra l'equatore. Notare che le alte maree non sono esattamente due al giorno perche' la Luna sta anche ruotando ruotando intorno alla Terra. Naturalmente, La Luna e' sopra l'equatore soltanto due volte ogni mese lunare, e questo complica il nostro semplice schema delle maree in una ideale Terra coperta dall'Oceano. Inoltre, la distanza della Luna dalla Terra R varia perche' l'orbita lunare e' ellittica elliptical e perche' l'orbita ellittica non e' fissa. Chiaramente, il calcolo delle maree sta diventando piu' complicato di quanto potevamo pensare. Prima di continuare, notiamo che le forze mareali del Sole sono derivate in maniera analoga. L'importanza relativa del sole e della Luna sono quasi le stesse. Sebbene il Sole sia molto piu' grande della Luna, e' molto piu' lontano.
dove Rsun e' la distanza dal Sole, e S e' la massa del Sole, Rmoon e' la distanza dalla Luna, e M e' la massa della Luna. Coordinate dal Sole e della Luna Un naturale sistema di riferimento per un osservatore dalla Terra e' il sistema equatoriale descritto all'inizio del Capitolo 3. In questo sistema, le declinazioni δ di un corpo celeste sono misurate a nord e a sud di un piano che taglia l'equatore della Terra. Le distanze angolari intorno al piano sono misurate relativamente al punto sull'equatore celeste che e' fisso rispetto alle stelle. Il punto scelto per questo sistema e' l' equinozio invernale, chiamato anche il 'Primo punto dell'Ariete'... L'angolo misurato verso est, tra l'Ariete e l'intersezione equatoriale del meridiano tra un oggetto celeste e' chiamato right ascension dell'oggetto. La declinazione e la right ascension insieme definiscono la posizione dell'oggetto sulla volta celeste... [Un altro sistema naturale di riferimento] usa il piano di rivoluzione della Terra intorno al Sole come riferimento. L'estenzione celeste di questo piano, che e' tracciato dall'annuale movimento apparente del Sole, e' chiamato l'eclittica. Convenientemente, il punto su questo piano che e' scelto come riferimento di zero e' ancora l'equinozio vernale, quando il Sole attraversa il piano equatoriale da sud a nord intorno il 21 Marzo di ogni anno. Gli oggetti celesti sono localizzati dalla loro latitudine e longitudine eclittica. L'angolo tra i due piani e' ,di 23.45°, e' chiamato obliquita' dell'eclittica... Pugh (1987: 72). Frequenze di Marea
dove φp e' la latitudine a cui il potenziale di marea e' calcolato, δ e la declinazione della Luna o del Sole a nord dell'equator, e τ1 e' l'angolo orario della Luna o del Sole. L'angolo orario e' la longitudine dove il piano immaginario del Sole o della Luna e l'asse di rotazione terrestre attraversano l'Equatore. Il periodo dell'angolo orario solare e' il giorno solare di 24 ore 0 minuti. Il periodo dell'angolo orario lunare e' il giorno lunare di 24 ore 50.47minuti. L'asse di rotazione della Terra e' inclinato di 23.45° rispetto al piano dell'orbita terrestre intorno al Sole. Questo definisce l'eclittica, e le declinazioni del Sole variano tra d = ± 23.45° con un periodo di un anno solare. L'orientazione dell'asse di rotazione terrestre precede rispetto alle stelle con un periodo di circa 26 000 anni. La rotazione del piano dell'eclittica produce a d ed all'equinozio vernale di cambiare lentamente, ed il movimento e' detto precessione degli equinozi. L'orbita della Terra intorno al Sole e' ellittica, con il Sole in un fuoco. Il punto dell'orbita dove la distanza tra il Sole e la Terra e' al minimo e' detta perigeo. L'orientazione dell'ellisse nel piano dell'eclittica cambia lentamente nel tempo, causando al perigeo di ruotare con un periodo di 20 900 anni. Quindi Rsun varia con questo periodo. Anche l'orbita della Luna e' ellittica, ma una descrizione dell'orbita lunare e' molto piu' complicata della descrizione dell'orbita solare. Di seguito ci sono alcuni punti base. L'orbita lunare giace su un piano inclinato con un angolo medio di 5.15° relativo al piano dell'eclittica. La declinazione lunare varia tra d = 23.45 ± 5.15° con un periodo di mese tropicale di 27.32 giorni solari. L'attuale inclinazione dell'orbita lunare varia tra 4.97°, e 5.32°. La forma dell'orbita lunare varia pure. Primo, il perigeo ruota con un periodo di 8.85 anni. L'eccentricita' dell'orbita ha un valore medio di 0.0549, e varia tra 0.044 e 0.067. Secondo, il piano dell'orbita lunare ruota intorno alla'asse terrestre con un periodo di 17.613 annis. Entrambi i processi causano variazioni nel raggio Rmoon. Notare che sono un po' impreciso nel definire la posizione del Sole e della Luna. Lang (1980: §5.1.2) da' delle definizioni molto piu' precise. Sostituendo la (17.15) nella (17.9) abbiamo:
L'equazione (17.16) separa il periodo del potenziale mareale lunare in tre termini con periodi intorno a 14 giorni, 24 ore, e 12 ore. Similarmente il potenziale solare ha periodi intorno a 180 giorni, 24 ore, e 12 ore. In questo modo ci sono tre distinti gruppi di frequenze di marea: semidiurne, diurne, ed a lungo periodo, aventi differenti fattori latitudinali sin2 q, sin 2q, e (1 - 3 cos2 q ) / 2, dove e' la co-latitude ( 90° - j ). Tabella 17.1 Frequenze Fondamentali di Marea
Doodson (1922) espanse la (17.16) in una serie di Fourier usando le frequenze giustamente scelte della Tabella 17.1. Altre scelte delle frequenze fondamentali sono possibili, per esempio il tempo solare locale medio puo' essere usato invece del tempo lunare locale medio. L'espansione di Doodson, comunque, porta ad una elegante decomposizione dei costituenti di marea in gruppi con frequenze e variabilita' spaziale simili. Usando l'espansione di Doodson, ogni constituente della Marea ha una frequenza
dove gli interi ni sono i numeri di Doodson. n1 = 1, 2, 3 e n2 - n6 sono tra -5 and + 5. Per evitare i numeri negativi, Doodson aggiunse cinque a n2 · · · 6. Ogni costituente di marea, talvolta chiamato marea parziale, ha un numero di Doodson. Per esempio, la principale marea lunare semi-diurna ha il numero 255.555. Poiche' la modulazione a molto lungo termine dovuta al cambiamento del perigeo del Sole e' molto piccola, l'ultimo numero di Doodson n6 e' generalmente ignorato. Tabella 17.2 Principali Costituenti di Marea
*Ampiezze da Apel (1987)
Se il potenziale di marea e' espanso in serie di Fourier con le frequenze di Doodson, e se la superfice oceanica e' in equilibrio con il potenziale di marea, il piu' grande costituente di marea dovrebbe avere frequenze e ampiezze date dalla tabella 17.2. La espanzione mostra che le maree con frequenze vicine ad uno o due cicli per giorno sono divise in linee molto vicine tra loro con spazi di separazione di un ciclo per mese. Ognuna di queste linee e' ulteriormente divisa in linee con spazi di separazione di un ciclo per anno (Figura 17.12). Inoltre, ognuna di queste linee e' divisa in linee con spazi di un ciclo per 8.8 anni, e cosi' via. Chiaramente, ci sono molti possibili costituenti di marea. Perche' le linee di marea nella Figura 17.12 sono divise in cosi' tanti costituenti? Per rispondere alla domanda, supponiamo che l'orbita ellittica della Luna sia nel piano equatoriale della Terra δ = 0. Dalla (17.16), il potenziale di marea all'equatore, dove φp = 0, e':
Se l'ellitticita' dell'orbita e' piccola, R = R0 ( 1 + ε ) , e la (17.18) e' approssimativamente
dove α = ( γ Mr 2 ) / ( 4 R3 ) e' una constante. ε varia con un periodo di 27.32 giorni, e possiamo scrivere e = b cos( 2 π f2) dove b e' una piccola costante. Con queste semplificazioni, la (17.19) puo' essere scritta:
che ha uno spettro con tre linee a 2 f1 e 2 f1 ± f2. Quindi, la lenta modulazione dell'ampiezza del potenziale di marea a due cicli per giorno lunare costringe a dividere il potenziale di marea in tre frequenze. Questo e' il modo in cui le radio AM a modulazione di ampiezza lavorano. Se noi aggiungiamo un lento cambiamento alla forma dell'orbita, otterremo piu' termini anche in questo caso molto semplificato di una Luna in un orbita equatoriale. Se siete degli osservatori molto attenti, avrete notato che lo spettro delle onde di marea nella Figura 17.12 non assomiglia allo spettro delle onde dell'Oceano della Figura 16.6. Le onde oceaniche hanno tutte le possibili frequenze, ed il loro spettro e' continuo. Le maree hanno frequenze precise determinate dalle orbite del Sole e della Luna, ed il loro spettro non e' continuo. Consiste di linee discrete.
Le espansioni di Doodson includono 399 costituenti, di cui 100 sono a lungo periodo, 160 sono diurni, 115 sono semi-diurni, e 14 sono tri-diurni. Molti hanno ampiezze molto piccole, e soltanto i piu' grandi sono inclusi nella tabella 17.2. I costituenti piu' importanti furono nominati da Sir George Darwin (1911) ed i nomi sono inclusi nella tabella. Cosi', per esempio, la principale marea semidiurna lunare, che ha il numero di Doodson 255.555, e' la M2 , chiamata marea M-due. 17.5 Previsione della Marea Se le maree nell'Oceano fossero in equilibrio con il potenziale di marea, la previsione dovrebbe essere molto piu' facile. Sfortunatamente, le maree sono lontane dall'equilibrio. Le onde in acqua poco profonda, come sono le maree, non si possono muovere abbastanza rapidamente da stare al passo con il Sole e la Luna. All'equatore, la marea avrebbe bisogno di propagarsi intorno al mondo in un giorno. Questo richiede una velocita' dell'onda intorno ai 460 m/s, che e' possibile solo in un Oceano profondo 22 km. In piu', i continenti interrompono la propagazione dell'onda. Come procedere? Possiamo separare il problema della previsione della marea in due parti. La prima con la previsione delle maree nei porti ed in acque poco profonde dove le maree possono essere misurate con i mareografi. La seconda con la previsione delle maree negli oceani profondi dove le maree non possono essere misurate facilmente. Previsione della Marea per Porti ed Acque
Basse Il Metodo Armonico Questo e' il metodo tradizionale, e ancora ampiamente in uso. Il metodo usa decenni di osservazioni da un mareografo costiero dal quale l'ampiezza e la fase di ogni costituente (le armoniche di marea) sono calcolate dai dati misurati. Le frequenze usate nelle analisi sono specificate in anticipo dalle frequenze di base date nella Tabella 17.1. A dispetto della sua semplicita', la technica ha alcuni svantaggi comparati con il metodo della risposta descritto piu' avanti.
Il Metodo della Risposta Questo metodo, sviluppato da Munk e Cartwright (1966), calcola le relazioni tra le maree osservate in alcuni punti ed il potenziale di marea. La relazione e' la 'admittance' spettrale tra i maggiori costituenti di marea ed il potenziale di marea ad ogni stazione. La 'admittance' e' assunta essere una funzione di frequenza che varia lentamente in modo tale che la admittance dei maggiori costituenti puo' essere usata per determinare le risposte delle frequenze vicine. Le maree future sono calcolate moltiplicando il potenziale di marea per la funzione di admittance.
Previsione della Marea per Acque Profonde
Molti approcci hanno portato a nuove conoscenze delle maree nell'oceano usando l'altimetria. La Predizione Usando la Teoria Idrodinamica I calcoli puramente teorici delle maree non sono molto accurati, specialmente perche' la dissipazione dell'energia di mare non e' ben conosciuta. Tuttavia, i calcoli teorici forniscono indicazioni dei processi che influenzano le maree nell'oceano. Molti processi devono essere considereti:
Il Metodo della Risposta Piu' l'Altimetria Molti anni di dati altimetrici del Topex/Poseidon sono stati usati con il metodo della risposta per calcolare le maree di alto mare quasi ovunque dall'equatore al 66° (Ma et al., 1994). L'altimetro misura le altezze della superfice marina in coordinate geocentriche ad ogni punto lungo la traccia del satellite ogni 9.97 giorni. Il campionamento temporale sposta le frequenze delle maree verso le frequenze piu' grandi, ma i periodi spostati sono conosciuti molto bene e le maree vere possono essere ritrovate (Parke et al., 1987). Poiche' la registrazione della marea e' piu' corta di 8 anni, i dati dell'altimetro sono usati con il metodo della risposta per ottenere le predizioni per tempi molto piu' lunghi. Recenti soluzioni da dieci differenti groppi, hanno una accuratezza ± 2.8cm nelle acque profonde(Andersen, Woodworth, e Flather, 1995). Il lavoro ha iniziato ad aumentare la conoscenza delle maree in acqua bassa. Le mappe prodotte da questo metodo mostrano le caratteristiche piu' importanti delle maree di oceano profondo (Figure 17.13). La marea consiste in una cresta che ruota in senso anti-orario intorno ai bacini oceanici nell'emifhero nord ed in senso opposto nell'emisfero sud. I punti del minimo di marea sono detti amfidromici. Le maree piu' alte tendono a stare lungo la costa.
Altimetria Piu' Modelli Numerici I dati altimetrici possono essere usati direttamente con modelli numerici delle maree per calcolare le maree in tutte le aree dell'Oceano, dalle acque profonde a tutti i punti delle coste. Cosi' la tecnica e' particolarmente utile per determinare le maree vicino le coste e sopra le caratteristiche del fondo marino dove la traccia del satellite e' troppo distante per calcolare bene le maree dallo spazio. I modelli di marea usano griglie a elementi finiti simili a quello mostrato nella Figura 15.4. Recenti calcoli numerici di (LeProvost et al., 1994; LeProvost, Bennett, and Cartwright, 1995) danno maree globali con una accuratezza di ± 2-3 cm e risoluzione spaziale completa. Ulteriori miglioramenti porteranno al limite dell'attuale precisione pratica, che e' di circa ±1-2 cm. Il limite e' posto dalle onde interne con frequenza di marea, e piccole variazioni a lungo termine della profondita' dell'oceano. Il cambiamento del contenuto di calore dell'oceano produce cambiamenti nella topografia oceanica di pochi centimetri, e questo cambia solo leggermente la velocita' delle onde in acque poco profonde. La dissipazione di Marea I calcoli della dissipazione mareale dalle osservazioni del Topex/Poseidon sono notevolmente vicine alle stime della misura laser della distanza lunare, alle osservazioni astronomiche ed alle registrazioni delle antiche eclissi. La nostra conoscenza delle maree e' ora sufficientemente buona che possiamo cominciare ad usare le informazioni per studiare il mescolamento nell'Oceano. Ricorda, il mescolamento forza la circolazione abissale dell'Oceano come discusso nel §13.2 (Munk and Wunsch, 1998). Chi avrebbe pensato che una comprensione dell'influenza dell'oceano sul clima dovrebbe richiedere una accurata conoscenza delle Maree? 17.6 Concetti Importanti
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Department of Oceanography, Texas A&M University
Robert H. Stewart, stewart@ocean.tamu.edu All contents copyright © 2005 Robert H. Stewart, All rights reserved Updated on Marzo 10, 2008 |